Studi Indocinesi

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lunedì 1 luglio 2013

L'Indocina a Roma: dalle rive del Mekong ai vicoli di Trastevere

Non ricordo con precisione come si sia formata la "Classe dei Cambogiani" della Scuola d'Italiano "Louis Massignon", come allora si intitolava la "Scuola di Lingua e Cultura italiana" tuttora frequentatissima da cittadini stranieri soprattutto asiatici e africani. Sicuramente i componenti erano tutti digiuni della lingua di Dante, ma volenterosi e spesso brillanti. Le aule erano allora ubicate dietro Piazza di Santa Maria in Trastevere, in locali annessi alla parrocchia.
Con alcuni studenti, fra i quali Sarene (1° a dx in alto) e Hung (1° a dx in basso)
Cena khmer a Via Monte della Farina, Roma
I miei tentativi d'insegnar loro le frasi del linguaggio quotidiano, i vocaboli e le espressioni indispensabili a muovere i primi passi nella realtà romana si scontravano con le mie pretese di precisione (ricordo una lezione in cui cercavo di spiegare la differenza fra il "televisore" e la "televisione"... molto importante!) e per alcuni di loro con il basso livello d'istruzione che avevano potuto raggiungere. Nonostante tutto si facevano grandi progressi! La lezione però non era tutto: attorno ad essa nasceva un sentimento di simpatia e d'amicizia, fatto di gesti piccoli e grandi: la visita a casa loro (alcuni vivevano insieme in un appartamento del datore di lavoro dietro via Arenula) e presso i ristoranti cinesi o vietnamiti dove lavoravano, e le feste, come quella per il Capodanno Khmer. Nell'amicizia e nella solidarietà crescevano la conoscenza della lingua e si stringevano i legami, affioravano lentamente con un sorriso (il famoso "sourire khmer"!) i vissuti più dolorosi, ora meno amari perché finalmente condivisi.

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