«Studi Indocinesi» nasce dalla mia passione per la storia e per le culture materiali e spirituali della Penisola indocinese: Birmania, Cambogia, Laos, Thailandia e Vietnam. Il fulcro delle mie ricerche in ambito storico è costituito dall'incontro fra la civiltà europea e più specificamente italiana e le civiltà che compongono lo spazio culturale, religioso ed umano del Sud Est asiatico peninsulare. Partendo dalla storia, con uno sguardo al presente.
Studi Indocinesi
lunedì 30 settembre 2013
Il Venerabile Tep Vong, patriarca del buddhismo cambogiano, alla Preghiera per la Pace 2013 promossa dalla Comunità di Sant'Egidio
Dai un'occhiata al Tweet di @Studindocinesi: https://twitter.com/Studindocinesi/status/384755127703601153
martedì 27 agosto 2013
Contro la schiavitù dei bambini in Cambogia: il film "Parla con gli alberi"
Questa mattina nel Tg1 si è parlato del film "Parla con gli alberi", una denuncia dell'orrore dello sfruttamento della prostituzione infantile in Cambogia. Un documentario premiato negli Stati Uniti e in Canada che verrà presentato il 31 agosto alla Mostra del Cinema di Venezia.
"Parla con gli alberi" è di Ilaria Borrelli, protagonista e regista insieme al marito Guido Freddi, produttore del film pluripremiato negli Stati Uniti e in Canada. Il film, autoprodotto e autofinanziato con il crowdfounding, è a sostegno delle ttività nel paese di Ecpat Italia impegnata da anni in Cambogia con progetti di prevenzione, di Amnesty International in Francia, e Unicef Canada e Italia e sarà presentato alla Mostra del Cinema di Venezia il prossimo 31 agosto.
mercoledì 7 agosto 2013
Italiani in Cambogia. Il carbone dalle noci di cocco: la Sgfe di Carlo Figà Talamanca
In Cambogia l'80% della popolazione utilizza il carbone per alimentare le proprie cucine, scaldare l'acqua, produrre, ricavandolo però dal legname delle foreste e depauperando così l'ambiente naturale. La Cambogia è uno dei Paesi più deforestati del mondo a causa del taglio illegale degli alberi e dello sviluppo dei terreni agricoli. L'inquinamento da combustibile è una delle principali cause dell'inquinamento atmosferico dopo le automobili.
Un ingegnere italiano, Carlo Figà Talamanca, ha trovato a Phnom Penh il sistema di produrre una carbonella ecosostenibile dai gusci delle noci di cocco, realizzando un combustibile quasi non inquinante ed amico dell'ambiente. Rilevata nel gennaio 2012 la SGFE (Sustainable Green Fuel Enterprise), una piccola impresa nata nel 2008 da una Ong francese, la Groupe Énergies Renouvelables, Environnement et Solidarité (GERES), Carlo Figà Talamanca, esperto di technology transfer, l'ha rilanciata incrementando notevolmente la produzione della carbonella ecofriendly (dalle 4 tonnellate iniziali alle 15-20 di adesso) e conseguentemente il numero degli addetti alla trasformazione dei gusci delle noci di cocco, i quali percepiscono uno stipendio soddisfacente insieme ad assicurazione e altri incentivi. La raccolta dei gusci delle noci di cocco nei mercati alimenta inoltre un'economia di fornitori che vendono direttamente all'azienda i gusci da trasformare.
Vedi anche:
http://www.sgfe-cambodia.com/
Le noci, il carbone e un ingegnere italiano in Cambogia
http://www.wifuproject.com/solutions-durables/thailande/
Un ingegnere italiano, Carlo Figà Talamanca, ha trovato a Phnom Penh il sistema di produrre una carbonella ecosostenibile dai gusci delle noci di cocco, realizzando un combustibile quasi non inquinante ed amico dell'ambiente. Rilevata nel gennaio 2012 la SGFE (Sustainable Green Fuel Enterprise), una piccola impresa nata nel 2008 da una Ong francese, la Groupe Énergies Renouvelables, Environnement et Solidarité (GERES), Carlo Figà Talamanca, esperto di technology transfer, l'ha rilanciata incrementando notevolmente la produzione della carbonella ecofriendly (dalle 4 tonnellate iniziali alle 15-20 di adesso) e conseguentemente il numero degli addetti alla trasformazione dei gusci delle noci di cocco, i quali percepiscono uno stipendio soddisfacente insieme ad assicurazione e altri incentivi. La raccolta dei gusci delle noci di cocco nei mercati alimenta inoltre un'economia di fornitori che vendono direttamente all'azienda i gusci da trasformare.
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http://www.sgfe-cambodia.com/
Le noci, il carbone e un ingegnere italiano in Cambogia
http://www.wifuproject.com/solutions-durables/thailande/
martedì 30 luglio 2013
In Cambogia l'opposizione avanza ma Hun Sen resta saldamente al potere
All'indomani delle elezioni legislative del 28 luglio scorso, il PPC, il partito al potere nel regno di Cambogia, resta saldamente alla guida del piccolo paese indocinese. Guidato dal Primo ministro Hun Sen, il più longevo dei dirigenti asiatici (è al potere dal 1985), il Partito del Popolo Cambogiano (Cambodian People's Party) conquista in Parlamento 68 seggi su 123, mentre il suo principale oppositore, il Partito di Salvezza Nazionale della Cambogia (CNRP), coalizione nata dalla fusione tra l'omonima formazione di Sam Rainsy e lo Human Rights Party (HRP) di Kem Sokha, conquista i restanti 55 seggi, in una competizione politica che si polarizza a danno degli altri partiti in lizza.
Nonostante la vittoria gli assicuri il controllo del Paese, il partito di Hun Sen passa dai 90 seggi delle elezioni del 2008 ai 68 di oggi, mentre il partito di Sam Rainsy quasi raddoppia la sua presenza in Parlamento. I risultati ufficiali sono però stati contestati dall'opposizione, che ha chiesto in una conferenza stampa tenutasi ieri a Phnom Penh, l'apertura di una commissione d'inchiesta - composta da membri dei due partiti in lotta e da personalità della società civile - che faccia luce sulle numerose irregolarità che avrebbero caratterizzato lo scrutinio di domenica scorsa. I risultati ufficiali, ha dichiarato Sam Rainsy, "non riflettono la volontà popolare, ma la deformano". Secondo il leader dell'opposizione, circa il 15% dei potenziali elettori non avrebbero potuto esercitare il diritto di voto, così da nascondere la realtà di un partito al potere che in realtà sarebbe testa a testa con l'opposizione. Se l'inchiesta dovesse condurre a dei rovesciamenti nella tendenza di voto in alcune zone, il CNRP chiederà che si ripetano elezioni parziali. Sam Rainsy, auspicando che la sua domanda di una commissione d'inchiesta sia accolta, ha aggiunto che ormai la conduzione del Paese va fatta in accordo con la sua formazione politica, dal momento che "i rapporti di forza sono cambiati". Resta il dato politico di elezioni legislative che si caratterizzano per una polarizzazione fra il partito al potere, premiato nelle zone rurali, e un'opposizione espressione dei giovani e degli intellettuali, scelta dagli elettori della capitale Phnom Penh e degli altri centri urbani.
Il Primo ministro Hun Sen |
sabato 13 luglio 2013
Il leader dell'opposizione Sam Rainsy graziato dal re può tornare a Phnom Penh
Il leader dell'opposizione cambogiana in esilio Sam Rainsy (64 anni) ha ottenuto la grazia da parte del re Norodom Sihamoni, al quale egli aveva indirizzato una domanda formale in questo senso nel giugno scorso. E' stato lo stesso Presidente del Consiglio Hun Sen, alla cui permanenza al potere da ormai 28 anni si oppone il CNRP, il Partito di Salvezza Nazionale Cambogiano capeggiato da Sam Rainsy, ad appoggiarne la richiesta con una lettera al sovrano, "in uno spirito di riconciliazione nazionale e per permettere alle elezioni d'aver luogo secondo principi democratici". Gli Stati Uniti per bocca del loro ambasciatore a Phnom Penh hanno salutato positivamente la notizia, chiedendo inoltre al governo di permettere a Rainsy un ritorno in patria nella sicurezza.
In esilio dal 2010 in Francia per sfuggire a tre condanne per una pena complessiva di undici anni di carcere, ora Sam Rainsy ha annunciato di voler al più presto fare ritorno in Cambogia al fine di sostenere i suoi attivisti in queste ultime settimane di campagna elettorale.
Ciononostante egli non potrà essere eletto, dal momento che è stato cancellato dalle liste elettorali e non può dunque presentarsi come candidato, ha affermato Tep Nytha, segretario generale della Commissione elettorale, a meno di un emendamento alla legge in vigore.
In una campagna elettorale dai toni crescenti, Hun Sen ha evocato il rischio che la Cambogia ripiombi nel caos e nella violenza se l'opposizione dovesse vincere il confronto elettorale, dal momento che Sam Rainsy ha promesso di peseguire alcuni ministri che a suo dire sarebbero implicati nei massacri perpretati dai Khmer Rossi negli anni 1975-1979.
D'altro canto il numero due del CNRP, Kem Sokha, è al centro di una polemica nata dalla pubblicazione su un sito governativo di una registrazione in cui il politico negherebbe l'esistenza di Tuol Sleng, il centro d'internamento nel quale trovarono la morte, dopo essere stati torturati, circa 15000 cambogiani. La registrazione, abilmente manipolata secondo Sokha, gli è valsa una denuncia per diffamazione e ha dato a Hun Sen il pretesto di promulgare una legge che punisce la negazione dei crimini dei Khmer Rossi.
In esilio dal 2010 in Francia per sfuggire a tre condanne per una pena complessiva di undici anni di carcere, ora Sam Rainsy ha annunciato di voler al più presto fare ritorno in Cambogia al fine di sostenere i suoi attivisti in queste ultime settimane di campagna elettorale.
Ciononostante egli non potrà essere eletto, dal momento che è stato cancellato dalle liste elettorali e non può dunque presentarsi come candidato, ha affermato Tep Nytha, segretario generale della Commissione elettorale, a meno di un emendamento alla legge in vigore.
In una campagna elettorale dai toni crescenti, Hun Sen ha evocato il rischio che la Cambogia ripiombi nel caos e nella violenza se l'opposizione dovesse vincere il confronto elettorale, dal momento che Sam Rainsy ha promesso di peseguire alcuni ministri che a suo dire sarebbero implicati nei massacri perpretati dai Khmer Rossi negli anni 1975-1979.
D'altro canto il numero due del CNRP, Kem Sokha, è al centro di una polemica nata dalla pubblicazione su un sito governativo di una registrazione in cui il politico negherebbe l'esistenza di Tuol Sleng, il centro d'internamento nel quale trovarono la morte, dopo essere stati torturati, circa 15000 cambogiani. La registrazione, abilmente manipolata secondo Sokha, gli è valsa una denuncia per diffamazione e ha dato a Hun Sen il pretesto di promulgare una legge che punisce la negazione dei crimini dei Khmer Rossi.
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martedì 9 luglio 2013
La Cambogia si prepara alle elezioni del 28 luglio 2013
Il prossimo 28 luglio si terranno in Cambogia le elezioni legislative, che dovranno rinnovare l'Assemblea Nazionale, i cui membri avranno il compito di nominare il nuovo Presidente del Consiglio. Il Regno di Cambogia è una monarchia costituzionale: sul trono siede dal 7 ottobre 2004 Norodom Sihamoni, succeduto dopo la sua abdicazione al padre Norodom Sihanouk, scomparso il 15 ottobre 2012 a Pechino. Il Presidente del Consiglio è Hun Sen, al potere quasi ininterrottamente da ventotto anni. La sua formazione politica, il Partito del Popolo Cambogiano (PPC), controlla attualmente 90 dei 123 seggi del Parlamento.
Sette partiti gli contendono il potere. Due sono di maggior rilievo sul piano politico nazionale: il primo è il Partito di Salvezza Nazionale Cambogiano (CNRP) alla cui testa è Sam Rainsy, esule volontario in Francia e sotto minaccia d'arresto nel caso facesse rientro in patria. Il secondo è il Fronte Unito Nazionale per una Cambogia Indipendente, Neutrale, Pacifica e Cooperativa (FUNCINPEC), il Partito monarchico guidato dalla principessa Norodom Arun Rasmey. Gli altri cinque partiti sono politicamente minoritari e poco conosciuti. Essi sono: la Lega per il Partito della Democrazia (LPD), diretto dal vecchio deputato d'opposizione Khem Veasna; il Partito della Nazionalità Cambogiana (PND), guidato da Seng Sokheng; il Partito Democratico per la Repubblica (RPD), diretto da Sokroth Sovan Panhchakseila; il Partito Khmer contro la Povertà, alla cui testa è Daran Kravanh, e il Partito per lo Sviluppo Economico (KPDE) guidato da Huon Chamroeun.
Il potere è nelle mani di Hun Sen e del PPC dal 1985. Ex-khmer rosso, Hun Sen fuggì nel 1977 in Vietnam per sottrarsi alle purghe che in seno ai Khmer Rossi colpivano chiunque fosse anche solamente sospettato di tradimento o di spionaggio. Hun Sen ricopre la carica di Primo Ministro da ormai ventotto anni. Hun Sen è accusato di controllare tutte le leve del potere cambogiano, anche attraverso un'abile strategia "matrimoniale": i suoi figli e le sue figlie si sono sposati con altrettanti figli dei personaggi più influenti del Paese, i quali a loro volta controllano o sono alla testa dei centri nevralgici del potere, fra i quali la televisione di Stato, i ministeri più importanti, l'esercito. Le principali catene televisive diffondono continuamente i suoi discorsi. Sono stati inoltre denunciati numerosi arresti e sparizioni di oppositori politici e di giornalisti.
Non mancano accuse di nepotismo: un figlio di Hun Sen, Hun Many, è stato scelto come candidato alle prossime elezioni, afferma The Cambodia Daily, come altri figli di dignitari del regime figurano nelle liste del PPC, fra i quali Dy Vichea, figlio dell'ex-capo della polizia e genero di Hun Sen. Anche il figlio del ministro dell'Interno e quello del vice-Primo Ministro sono fra i candidati. Per quanto riguarda il principale partito d'opposizione, il Partito di Salvezza Nazionale Cambogiano (CNRP), va sottolineato come si tratti di un'alleanza elettorale nata dalla fusione del Sam Rainsy Party e il Partito dei Diritti Umani (HRP). Il leader del partito, Sam Rainsy, è in esilio in Francia dal 2010, dopo essere stato condannato nel 2009 a dodici anni di prigione in seguito a proteste sul confine fra Cambogia e Vietnam ed essere scampato per poco ad un attentato. Le sue critiche alla gestione del potere da parte di Hun Sen - accusato di corruzione, abuso di potere, frodi elettorali e svendita della terra patria ai privati - hanno fatto del CNRP la prima formazione politica che seriamente contesta il governo in carica ed il partito che lo sostiene.
Sabato scorso, 6 luglio 2013, Sam Rainsy ha diffuso un video nel quale ha dichiarato la sua volontà di tornare in Cambogia al fine di partecipare alle elezioni: "Sono molto contento d'informare il popolo cambogiano - ha affermato - che farò ritorno in Cambogia prima dello scrutinio di domenica 28 luglio 2013. Tutto quello che io faccio, è difendere il territorio e proteggere gli interessi nazionali. Io oso sacrificare la mia vita per la nazione". Il leader dell'opposizione rischia d'essere arrestato una volta messo piede a Phnom Penh e posto in prigione.
http://lejournalducambodge.blogspot.it/2013/07/retour-annonce-de-sam-rainsy-au-cambodge.html
http://www.cambodiadaily.com/elections/sam-rainsy-promises-return-before-election-33769/
http://farfalleetrincee.wordpress.com/2013/06/26/le-elezioni-cambogiane-e-lo-spettro-di-pol-pot/#more-718
http://terresottovento.altervista.org/?brevinotizie=cambogia-clima-infuocato-per-le-prossime-elezioni-di-luglio
http://www.bangkokpost.com/news/asia/346086/hun-sen-civil-war-if-opposition-wins
S.M. Norodom Sihamoni |
Il potere è nelle mani di Hun Sen e del PPC dal 1985. Ex-khmer rosso, Hun Sen fuggì nel 1977 in Vietnam per sottrarsi alle purghe che in seno ai Khmer Rossi colpivano chiunque fosse anche solamente sospettato di tradimento o di spionaggio. Hun Sen ricopre la carica di Primo Ministro da ormai ventotto anni. Hun Sen è accusato di controllare tutte le leve del potere cambogiano, anche attraverso un'abile strategia "matrimoniale": i suoi figli e le sue figlie si sono sposati con altrettanti figli dei personaggi più influenti del Paese, i quali a loro volta controllano o sono alla testa dei centri nevralgici del potere, fra i quali la televisione di Stato, i ministeri più importanti, l'esercito. Le principali catene televisive diffondono continuamente i suoi discorsi. Sono stati inoltre denunciati numerosi arresti e sparizioni di oppositori politici e di giornalisti.
Primo Ministro Hun Sen |
Il leader del CNRP Sam Rainsy |
http://lejournalducambodge.blogspot.it/2013/07/retour-annonce-de-sam-rainsy-au-cambodge.html
http://www.cambodiadaily.com/elections/sam-rainsy-promises-return-before-election-33769/
http://farfalleetrincee.wordpress.com/2013/06/26/le-elezioni-cambogiane-e-lo-spettro-di-pol-pot/#more-718
http://terresottovento.altervista.org/?brevinotizie=cambogia-clima-infuocato-per-le-prossime-elezioni-di-luglio
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venerdì 5 luglio 2013
La storia di Peuw: una finestra sulla Cambogia
Nel 1986 fu pubblicato da Einaudi in prima edizione italiana Les pierres crieront. Une enfance cambodgienne, 1975-1980, uscito due anni prima a Parigi. Il racconto di Peuw bambina cambogiana (1975-1980) racconta le vicende tormentate di Peuw, una bambina di dodici anni e mezzo all'inizio della storia, scampata miracolosamente alla morte insieme ai suoi tre piccoli cugini durante gli anni della dittatura dei Khmer rossi, dall'evacuazione nell'aprile 1975 della capitale Phnom Penh all'arrivo in Francia, dove viene adottata da una coppia francese che le dà il nome di Molyda Szymusiak. Il volume fu "tradotto e presentato da Natalia Ginzburg", la quale scrisse nella prefazione al volume (pp. VIII-IX): "Ho amato e tradotto Il racconto di Peuw, bambina cambogiana, senza saper niente sulla Cambogia e chiedendomi perché, nel corso della mia vita, non avevo mai pensato alla Cambogia né avevo letto mai niente che si riferisse a questa terra", per poi concludere: "In verità le terre a cui non ho mai pensato sono innumerevoli, ma riguardo alla Cambogia ho provato, nell'accorgermi di non saperne assolutamente nulla, un senso di colpa e un senso di dispiacere". Appena mitigato dalla consapevolezza d'essere in buona compagnia ("interrogando molte persone intorno a me - prosegue Ginzburg - ho constatato che non molti erano quelli che conoscevano le vicende della Cambogia, in Italia"), il senso di colpa provato dalla scrittrice nasceva dal riconoscere come gli intellettuali di sinistra di allora avessero guardato alla rivoluzione dei Khmer rossi con entusiasmo e partecipazione, salvo poi chiudere gli occhi dinnanzi a ciò che stava realmente accadendo nel
Paese. Onestamente l'autrice di Lessico famigliare si chiedeva il perché del silenzio di coloro che in Europa sapevano cosa stesse realmente accadendo nel piccolo Paese indocinese, come del perché i racconti dei profughi cambogiani giunti in Thailandia non fossero creduti o fossero taciuti. Il dispiacere provato, infine, nasceva dalla partecipazione alle vicende raccontate da Peuw, nuova Anna Frank ma scampata come Primo Levi all'abisso in cui i quasi otto milioni di cambogiani furono scaraventati fra il 17 aprile 1975, giorno nel quale le truppe dei guerriglieri bambini di Pol Pot fecero il loro ingresso nella capitale, rovesciando il governo filoamericano del generale golpista Lon Nol, ed il 7 gennaio 1979, data che segna la liberazione di Phnom Penh da parte dell'esercito vietnamita. Nei tre anni e otto mesi intercorsi, nella "Kampuchea democratica" le città, simbolo di uno stile di vita corrotto, furono evacuate e la popolazione deportata nelle campagne: l'intento era quello di instaurare una sorta di comunismo rurale basato su tecniche agricole medievali. Le pagode vennero abbattute e le scuole chiuse, i monaci come gli intellettuali (insegnanti, medici, artisti, ma era sufficiente indossare un paio di occhiali per perdere la vita) sistematicamente eliminati. L'economia crollò e il riso venne a mancare, provocando nella popolazione lo scoppio di epidemie di colera e di malaria. Impiegati nei lavori forzati nelle campagne, decimati dalla fame e dalla malattia, oltreché vittime delle epurazioni dei Khmer rossi, circa 1.671.000 cambogiani morirono fra il 1975 e il 1978, vale a dire il 21% della popolazione stimata nell'aprile 1975, il cui numero si aggirava attorno alle 7.890.000 unità (Ben Kiernan, The Pol Pot Regime).
Nel dicembre del 1986 compivo 24 anni e gli studenti della "Classe dei Cambogiani" mi regalarono naturalmente una copia del "racconto di Peuw", che conservo gelosamente: una bella dedica sul frontespizio, scritta da Kosal, quasi mio coetaneo, dice: "Noi siamo conosciuti da più di due anni (mesi, in realtà) ma amicizia molto grande come il mondo e speriamo che l'amicizia sempre così e lungo per sempre". Attorno le firme degli studenti in almeno tre alfabeti. Non occorre sottolineare come la lettura del Racconto di Peuw, bambina cambogiana fu un'ulteriore rivelazione che provocò in me una grande simpatia per questo popolo sfortunato, vittima dei suoi aguzzini interni ma anche dell'indifferenza di comodo dell'Occidente, stretto fra ignoranza ed ipocrisia. La storia di Peuw contribuì a rompere quell'indifferenza, dando un volto di bambina alla lontana vicenda cambogiana.
Paese. Onestamente l'autrice di Lessico famigliare si chiedeva il perché del silenzio di coloro che in Europa sapevano cosa stesse realmente accadendo nel piccolo Paese indocinese, come del perché i racconti dei profughi cambogiani giunti in Thailandia non fossero creduti o fossero taciuti. Il dispiacere provato, infine, nasceva dalla partecipazione alle vicende raccontate da Peuw, nuova Anna Frank ma scampata come Primo Levi all'abisso in cui i quasi otto milioni di cambogiani furono scaraventati fra il 17 aprile 1975, giorno nel quale le truppe dei guerriglieri bambini di Pol Pot fecero il loro ingresso nella capitale, rovesciando il governo filoamericano del generale golpista Lon Nol, ed il 7 gennaio 1979, data che segna la liberazione di Phnom Penh da parte dell'esercito vietnamita. Nei tre anni e otto mesi intercorsi, nella "Kampuchea democratica" le città, simbolo di uno stile di vita corrotto, furono evacuate e la popolazione deportata nelle campagne: l'intento era quello di instaurare una sorta di comunismo rurale basato su tecniche agricole medievali. Le pagode vennero abbattute e le scuole chiuse, i monaci come gli intellettuali (insegnanti, medici, artisti, ma era sufficiente indossare un paio di occhiali per perdere la vita) sistematicamente eliminati. L'economia crollò e il riso venne a mancare, provocando nella popolazione lo scoppio di epidemie di colera e di malaria. Impiegati nei lavori forzati nelle campagne, decimati dalla fame e dalla malattia, oltreché vittime delle epurazioni dei Khmer rossi, circa 1.671.000 cambogiani morirono fra il 1975 e il 1978, vale a dire il 21% della popolazione stimata nell'aprile 1975, il cui numero si aggirava attorno alle 7.890.000 unità (Ben Kiernan, The Pol Pot Regime).
Nel dicembre del 1986 compivo 24 anni e gli studenti della "Classe dei Cambogiani" mi regalarono naturalmente una copia del "racconto di Peuw", che conservo gelosamente: una bella dedica sul frontespizio, scritta da Kosal, quasi mio coetaneo, dice: "Noi siamo conosciuti da più di due anni (mesi, in realtà) ma amicizia molto grande come il mondo e speriamo che l'amicizia sempre così e lungo per sempre". Attorno le firme degli studenti in almeno tre alfabeti. Non occorre sottolineare come la lettura del Racconto di Peuw, bambina cambogiana fu un'ulteriore rivelazione che provocò in me una grande simpatia per questo popolo sfortunato, vittima dei suoi aguzzini interni ma anche dell'indifferenza di comodo dell'Occidente, stretto fra ignoranza ed ipocrisia. La storia di Peuw contribuì a rompere quell'indifferenza, dando un volto di bambina alla lontana vicenda cambogiana.
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martedì 2 luglio 2013
lunedì 1 luglio 2013
L'Indocina a Roma: dalle rive del Mekong ai vicoli di Trastevere
Non ricordo con precisione come si sia formata la "Classe dei Cambogiani" della Scuola d'Italiano "Louis Massignon", come allora si intitolava la "Scuola di Lingua e Cultura italiana" tuttora frequentatissima da cittadini stranieri soprattutto asiatici e africani. Sicuramente i componenti erano tutti digiuni della lingua di Dante, ma volenterosi e spesso brillanti. Le aule erano allora ubicate dietro Piazza di Santa Maria in Trastevere, in locali annessi alla parrocchia.
Con alcuni studenti, fra i quali Sarene (1° a dx in alto) e Hung (1° a dx in basso)
Cena khmer a Via Monte della Farina, Roma I miei tentativi d'insegnar loro le frasi del linguaggio quotidiano, i vocaboli e le espressioni indispensabili a muovere i primi passi nella realtà romana si scontravano con le mie pretese di precisione (ricordo una lezione in cui cercavo di spiegare la differenza fra il "televisore" e la "televisione"... molto importante!) e per alcuni di loro con il basso livello d'istruzione che avevano potuto raggiungere. Nonostante tutto si facevano grandi progressi! La lezione però non era tutto: attorno ad essa nasceva un sentimento di simpatia e d'amicizia, fatto di gesti piccoli e grandi: la visita a casa loro (alcuni vivevano insieme in un appartamento del datore di lavoro dietro via Arenula) e presso i ristoranti cinesi o vietnamiti dove lavoravano, e le feste, come quella per il Capodanno Khmer. Nell'amicizia e nella solidarietà crescevano la conoscenza della lingua e si stringevano i legami, affioravano lentamente con un sorriso (il famoso "sourire khmer"!) i vissuti più dolorosi, ora meno amari perché finalmente condivisi.
domenica 30 giugno 2013
Perché «Studi Indocinesi»
«Studi Indocinesi» nasce dalla mia passione per la storia e per le culture materiali e spirituali della Penisola indocinese: Birmania (Myanmar), Cambogia, Laos, Thailandia e Vietnam. A partire dall'autunno del 1986 (ormai venticinque anni fa!) e fino a tutto il 1992 ho insegnato la lingua italiana in una scuola per immigrati di Roma, la «Louis Massignon» della Comunità di Sant'Egidio. La mia prima classe fu la cosiddetta "Classe dei Cambogiani", un gruppetto di circa venti ragazzi e qualche adulto provenienti dai campi profughi thailandesi: solo uno di essi era propriamente khmer, mentre tutti gli altri erano vietnamiti ma di origine cambogiana, originari della Kampuchea Krom, cioè della regione del delta del Mekong, un tempo parte integrante dell'impero khmer. L'incontro con quei ragazzi, spesso miei coetanei, con le loro storie difficili e la loro
simpatia e voglia di riscatto accesero in me l'interesse per i Paesi da dove giungevano. Mi feci raccontare le loro storie, diventammo amici, mangiammo insieme e facemmo festa. Cercai qualcosa da leggere sulla Cambogia e il Vietnam e trovai due libri: la Storia del Viet Nam di Le Thanh Khoi (Einaudi 1979) e Cambogia anno zero di P. François Ponchaud (Sonzogno 1977). Di lì a poco arrivò il momento di scegliere l'argomento della tesi di Storia Moderna per laurearmi in Lettere alla Sapienza: decisi di condurre le mie ricerche sulla Cambogia dei secoli XVII-XIX, naturalmente concentrando la mia attenzione sulle fonti europee, francesi soprattutto. Da allora, come un fiume carsico che affiora qua e là, quando la mia pigrizia e inconcludenza lasciano aperto un varco sulla superficie della mia vita d'ogni giorno, quella mia passione riemerge e mi spinge a studiare ancora, a leggere, insieme al ricordo delle lezioni d'italiano durante le quali, come sempre succede, chi aveva di più da imparare ero proprio io.
La "Classe dei Cambogiani" con Paola, autunno 1986 |
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